Ah, le femmene…

pablo-picasso-ragazza-di-fronte-allo-specchio.jpg 

Soundtrack: Erykah Badu – Bag Lady

A volte nutro sentimenti di profondo affetto e comprensione per gli uomini. Inteso come genere maschile. Mi capita raramente, ma capita.

E’ che loro hanno a che fare con noi. Genere umano femminile.

Vero che sono pieni di inutili pregiudizi e immani quantità di stereotipi, ma molti li abbiamo confezionati noi. Impacchettati e serviti su vassoietti lucidi.

Perchè non c’è mai una cosa, dico una, che sia quella che appare.

Essendo io appartenente anche al genere umano lesbico, mi capitano cose che rasentano la fantascienza e, per giunta, sono costretta/portata a capire, interpretare, giustificare. Ma a volte, che palle. Altre volte, in quanto in forza al genere femminile, mi scemisco a cercare di capire e interpretare cose che non hanno nulla da significare.

Vorrei faceste mente locale sul rischio di schizofrenia al quale sono soggetta. Perlopiù le due parti di me (femmena e lesbica), pensano contemporaneamente, decidono contemporaneamente e interpretano in simultanea due cose diametralmente opposte.

Perché la terapista “man ‘n cuollo” mi si appoggia addosso? e perché lo fa solo con me? è una giovane etero in procinto di matrimonio e con uno splendido sorriso. Io non sono né androgina né Angelina Jolie. Le risposte sono due:

  1. non è vero, questa cosa non succede e te la immagini, lesbica rincoglionita che non sei altro;
  2. sì ma però non sorride così a tutte le altre, e poi certe cose si sentono.

Capirete che non se n’esce ma, d’altra parte, perché mai le donne devono avere questo vizio di spargere a destra e a manca contatti fisici senza prima sincerarsi dell’orientamento sessuale e della condizione sessuale del loro prossimo?

Altro caso difficile da dirimere (persona altra, ovviamente): dopo avermi detto e mandato a dire che non mi vuole, dopo aver detto e mandato a dire che le aggrada solo una sincera e profonda amicizia, dopo telefonate quotidiane, sms in media di 5 die, chattate terminate all’alba e scambi di battute acute che neanche gli sceneggiatori dei film hollywoodiani anni 50, perché mi si sparisce all’improvviso e non mi si risponde più agli sms? Abbiamo alcune ipotesi da vagliare.

  1. perchè le hai detto che hai incontrato una persona interessante e si è offesa;
  2. non dire cazzate, aveva solo qualche impegno e non ha avuto modo;
  3. ma se ha avuto modo, prima, anche nelle più deliranti delle situazioni, perché ora no?
  4. perché voleva amicizia e tu sarai stata fastidiosa;
  5. ma quale occasione migliore per “coltivare amicizia” di questa che vede me occupata in altro?
  6. te la canti e te la suoni, smettila di vivere in una realtà parallela.

E si potrebbe continuare all’infinito.

Abbiamo una percentuale di interpretabilità pari al 98%. Qualsiasi azione può essere quella, il suo perfetto contrario ma anche una serie di passaggi intermedi che ricordano il paradosso di Zenone.

Qualsiasi risposta o affermazione è relativa a momento, ora del giorno, fase del ciclo, attività in corso, programmazione della giornata e aspettative a lungo termine. Al cambiare di uno solo di questi parametri, qualsiasi risposta o affermazione è suscettibile di modifica, anche sostanziale.

Altra caratteristica fondamentale, è lo smodato uso della frase “non posso” in luogo del più sincero ed appropriato “non voglio”. Noi donne siamo fermamente convinte di non essere soggette ad autonomia di opzione, ma ad una serie infinita di variabili indipendenti dalla nostra volontà che governano le nostre scelte e ci costringono a non fare ciò che vorremmo, se solo fosse possibile, fare con immenso piacere.

Infine, altro tipico e peculiare comportamento femminile: trattenersi dal fare una cosa. Ovvero volerla fare, desiderare di farla, anelare, morire dalla voglia e NON farla, godendo intimamente della nostra capacità di resistere all’istinto.

Perché noi lo sappiamo fare benissimo.