Troooppe feste…

Davvero, sono alla frutta.

Una settimana intenserrima, devo dire.  Invece di immagine e soundtrack, ve li prendete insieme. Il mio brano preferito di The Niro: Liar (un’ossessione proprio). Ecco qua.

Questo week end ben due feste due, di seguito, finite, prima e seconda, alle 4 del mattino.

Penelope nun c’ha fà.

Ed esco pure stasera. Un ritorno all’adolescenza. Domani nel saccone alle 9, immagino.

Prima Festa:

40 anni di una mia ex fidanzata, ora amica, la donna che credo di aver amato di più in assoluto.

Il primo impatto mi aveva suggerito un titolo tipo “vintage nightmare”, ero sotto shock. Gente che non vedevo da 10 anni, diecianni. Persone che non riconoscevo, delle quali avevo perduto nome e riferimento geografico. Persone trasformate, espressioni diverse, occhi diversi, vite diverse. Mi sentivo stordita e impotente nella ricerca di informazioni da associare e ricordi da recuperare.

Poi mi sono calmata. E ho rivisto cose che mi hanno riempito il cuore. Una famiglia che ha avuto la gentilezza di adottarmi che resiste, in piedi e sorridente, alle tempeste di sabbia e ghiaccio che la investono senza sosta. Persone che erano belle allora e lo sono tutt’ora, guadagnando e non perdendo. Facce che mi hanno ricordato quanto fossero importanti per me e che, anche se il tempo passa, non si cambia, in questo.

E’ come quando incontri, da adulto, qualcuno (più grande di te) che ti ispira, immediatamente e irragionevolmente un affetto caldo e inspiegabile. Poi scopri che ti ha tenuto in braccio da piccola o ha giocato con te, passato del tempo insieme ai tuoi anni bambini.

La stessa cosa mi è successa.

E guardi le ragazze che conoscevi e che “vivevano pericolosamente”, oggi hanno almeno un paio di pargoli in età scolare, difficili rapporti con mariti irrigiditi dagli anni e desideri incoercibili di ricominciare a vivere (desperate Housewives?). Non tutte, ovviamente, ma la voglia di poter ricominciare a vivere “senza regole”, ce l’hanno tutte.

Questi sono momenti nei quali mi rendo conto che essere lesbica può rendere la vita più semplice. In fondo faccio il cazzo che mi pare.

Quindi potremmo cambiare il titolo in “vintage emotions”.

Ho ballato senza separarmi dal blackborsalino e ho cercato di parlare con quanta più gente possibile. Non so se ci sono riuscita, spero sia arrivato l’affetto incondizionato.

Seconda festa:

Il fabolous ha fatto 47 anni. Che se li porta ‘na favola. Non voleva fare nulla poi, in base ad una serie di eventi non controllabili, ha deciso per la cena non troppo larga. C’era la ziasaimon, amicodelmuretto e altri vintaggissimi amici. Ho aiutato a preparare (che ‘sti ricchioni sanno fare tutto da soli, si ha da dire, ma una mano lesbica li aiuta sempre), ho parlato e riso e tagliato e cucito ad oltranza.

In realtà ci sarebbero molte cose da dire, più approfondite e precise: alcune persone si fanno inutilmente acrimoniose, altre non crescono, altre ancora cercano di capire.

Ma so che il fabolous non gradirebbe commenti scritti sulla cena a casa sua e mi astengo.

Senza contare che ho fretta e devo uscire. E che sono agitata. E stanca. E dovrei stirare. E vorrei fare ben altro.

P.S. delle 1 e 18 minuti: appoggiati ancora e non fissarmi così forte ché non sono capace di fare altro che abbassare gli occhi.