Le Frasi Inutili

Soundtrack: Gabin – Doo Uap, doo uap, doo uap

Prima di ogni altra chiacchiera ho da dire che, con il post sul Gay Pride cui, come detto, tenevo molto e che mi è costato pure sudore delle ditine e fatica organizzativo/sintetica, ci sono state, su questo blog, 163 visite. Il post vintage/personal successivo – che parla, fondamentalmente di cazzi miei e manco si capisce cosa voglio dire – ha avuto 264 visite. Ma come si deve fare con voi? Siete la mia disperazione e il mio nutrimento narcisistico all together. Magari sarà un caso, ma capita fin troppo spesso. Pane e Grande Fratello, questo mangiate.

Detto questo, passiamo alle strunzate odierne.

Le frasi inutili sono quelle che mi sono state dette quando non ero neanche lontanamente pronte per capirle. Le frasi inutili sono quelle che cercano di darti una diversa visione della TUA realtà quando, perlappunto (ma anche questa, attaccata o divisa in tre?) la realtà è la tua e hai il diritto di vederla come cazzo ti pare.  

Le frasi inutili hanno il sottotesto che recita “lo capirai da grande”. Hanno il senso di riempire la bocca di chi le formula e non servono ad un beneamato cazzo (?) a chi le ascolta.

Le frasi inutili sono quelle che cercano di spiegare a te quello che stai vivendo, come lo stai facendo e perché, quando tu non hai nemmeno idea di quale sia il tuo nome di battesimo.

Io sono la regina delle frasi inutili. Useless Sentences Queen…

Ne dico e ne ho detto una quantità non misurabile con i tradizionali mezzi a disposizione. Ci vorrebbero le misure astronomiche.

E l’ho capito all’improvviso. Oggi.

E’ che, secondo me, le frasi inutili servono a nascondere l’impotenza che si prova di fronte alla altrui determinazione a fare e dire cose auto ed eterolesioniste.

Quando si vuole bene a qualcuno non si riesce a guardarlo mettere le mani sulla fiamma viva senza fare nulla. Non lo si regge e si parte con pippotti, cappelletti, paraustielli e libere interpretazioni, a volte giustificazioniste (io propendo per questo settore), a volte aggressicritiche (ogni tanto mi partono pure queste però).

Non serve a un cazzo. O si prende la persona a cazzotti fino a farla svenire, per evitare che si ustioni o dia fuoco a una casa, o si lancia l’asciugamano bianco e si resta a guardare lo sfacelo. Tanto ognuno ha i propri tempi, i propri campi di battaglia da attraversare, i propri dolori da affrontare e il proprio diritto a raccontarsi cazzate a tempo indeterminato.

Che se ne tenga conto in futuro.

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