La mia moto

E’ quasi uguale a questa

Soundtrack: the Clash Rock the Casbah
(che è dello stesso anno della mia moto)

Io ho una motocicletta.

E una Honda CM400T.

Ha 26 anni.

Pesa 290 kg.

La mia moto si chiama “la pantofola” ed è dal meccanico dal novembre del 2006.

Da non credere. Non ho mai gli euro per ritirarla. Soprattutto devo fare i documenti per farla diventare moto storica. Mi spacco le palle che la metà basta (e le foto e il bollettini, e le fotocopie e le richieste e gli uffici della FMR e l’iscrizione ad un motoclub…).

In questi giorni sono senza la mia auto (tagliando) e mi sono fatta prestare una Honda CB500 dalla R*.

Potrei far partire il pippotto che gran parte delle lesbiche metropolitane hanno una moto e anche grossa. Ma mi rompo un po’, domani sveglia alle 6.00 e non mi va di fare ironia.

Avevo dimenticato la meraviglia e la fantasticità di codesto mezzo meccanico.

Ogni volta mi sento un cavaliere medievale. Infilo i miei guantini – che d’estate sono a mezzodito – la mia bandana intorno al collo, la giacca con le protezioni tutta nera – regalo dei 40 dagli amici che tengono alla mia salute – e il casco con la mentoniera che si alza, tutto nero anche lui.

Ci salgo e parto. Anche se so’ nana. Anche se ogni volta ho paura. Anche se non corro mai troppo. Anche se mi bruciano gli occhi.

E non mi piace correre perché il bello della moto è che puoi sentire gli odori, vedere i fili d’erba che crescono sotto ai marciapiedi, sentire il vento, spaventarti per gli spostamenti d’aria dei mostri che ti passano accanto.

La moto della R* è sportiva e non sono abituata alla postura. La mia è una custom vecchia maniera, inguidabile ma comoda come la poltrona della TV. Non piega manco se la tiri giù. Ha il timone, lei, va manovrata, mica strapazzata.

Quando cade a terra, ci vogliono tre persone per rialzarla. Di solito cade perché parto con il bloccaruota inserito. Rincoglionita. Per andare in retromarcia devo scendere e trascinarla di forza. Un bove con l’aratro, mi sembro. Mai avuto il coraggio di farci un viaggio. Mi sembra troppo anziana per uno sforzo così.

E’ tutta meccanica, funziona sempre.

Mi manca però.

Mi rendo conto che l’argomento non suscita il benché minimo interesse ad altri che a me, ma stasera sulla tangenziale est mi veniva da piangere per la contentezza.

Pensa te come sto.