Soundtrack: Frou Frou– Breath In
Guarda guarda cosa è uscito dal cappello, Frou Frou. Incredibile.
Stasera ho meticolosamente sistemato i miei circa 300 Cd nel nuovo portacd dell’Ikea.
Rosso.
Le lesbiche all’Ikea si riconoscono sempre.
Sono quelle che si portano a spalla l’armadio Pax.
Tutto, compresi gli accessori.
E riescono a sistemarlo in una city car, non dico in una Smart, ma in una Twingo sicuro. Giuro.
E le lesbiche sanno montare qualsiasi mobile Ikea in 57 secondi netti senza invertire i pezzi. Hanno gli strumenti, il know-how, la pazienza e una infaticabilità che gli uomini se le sognano.
In comune con gli uomini, durante la ricostruzione del mobile Ikea, le lesbiche hanno le bestemmie, le maledizioni e la tendenza compulsiva a litigare con la propria compagna.
E adesso eccolo qui il mio totem rosso. Montato mentre in forno cuocevano i bastoncini di pesce.
Pieno pieno e diviso in: Italiani in ordine alfabetico per cognome; stranieri (sempre alfabetico per cognome, con qualche dubbio su dove sistemare la J e la K: prima o dopo la I?), compilation per titolo (l’articolo non conta) e – a parte perché non c’entrano più – la classica.
E’ uscito di tutto.
Non ho gusti musicali specifici, mi pare. Più che altro una inverosimile accozzaglia di roba dagli anni ’70 al 2000 e qualche punta anche anni 50. Dove cazzo li avrò presi?
E’ che ho anche lavorato in un negozio di CD. Avevo il conto aperto e potevo prendere qualsiasi cosa. Un intero album per un pezzo solo e, ora, non ricordo più quale pezzo mi interessava. E questi cd sono la metà di quelli che avevo, una parte consistente li ho lasciati alla mia ex fidanzata storica nel 1995 circa.
Il lavoro al negozio era allucinante e divertentissimo. C’era chi arrivava e canticchiava una canzone in una delirante tonalità pensando tu la potessi riconoscere, chi chiedeva “quel pezzo che dice: i love you”, chi voleva ascoltare qualcosa ma non sapeva dirti di che tipo, chi non sapeva pronunciare i nomi stranieri e chi lo faceva troppo bene. A natale mettevamo le casse fuori e ballavamo per strada. Il volume interno era da intervento ASL. C’era un settore denominato “new age” che raggruppava qualsiasi cosa non si sapesse definire, nei periodi di uscita di album sgamati, camminavamo tra pile di centinaia di Cd poggiati a terra (Mina-Napoli, per esempio, fu un delirio). Una tipa assurda telefonava e ordinava una cinquantina di Cd a nostra scelta per la barca o per la festa di capodanno o per il compleanno. Quando eravamo esaurite (tutte donne anche lì…) mettevamo i Prodigy a palla e chi entrava doveva urlare, non si abbassava mai il volume, MAI. Alla cassa ho combinato dei casini che la metà bastava e so impacchettare un cd in 2 secondi. Con il nastrino a rotolini.
Una vacanza ogni volta, devo dire.
Il negozio è fallito e io non ho pagato. Sarà fallito per questo? Naaaaa.