Back to Garbage City – ma invece no.

Soundtrack: Scugnizzi – Zoccole

Vado a Garbage City a vedere amici, tagliarmi il cespo di lattuga che ho in testa, ricomporre nella mia memoria visiva la faccia di mio padre e far uscire dal cranio il fumo e la nebbia che si sono accumulate.

Che poi i fab vanno via e io credo ripartirò sabato sera, magari mi dice bene.

Ho provato a cambiare template ma, alla fine, pure a me piace questo qui più di tutti. Uffa, volevo fare una variation, un po’ come andare a tagliare i capelli o fare shopping. Per sentirmi nuova di pacca.

Ora però dormo.

I’m sorry.

Non capisco più chi ha ragione e chi torto e, in realtà, vorrei uscire da questo tipo di labirinto. Ma non sono brava coi labirinti. Almeno potessi spostare qualche muro. Gnente, te dico gnente.

In macchina senza musica che palle.

Una noterella piccina piccina. Mi sono resa conto che io, alla mia ex-fidanzata, voglio bene.

6 anni non sono bruscolini e non vanno via con la pioggia.

Alla prossima.

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Non è vero, sono le 6 e ho deciso di restare.

Ero pronta con lo zaino sulla porta (sulla porta, sulla porta, cantava tale Federico?), ma poi ho pensato che non ce la faccio. Voglio restare. Voglio stare qua. Costi quel costi.

Perché? perché sono ossessiva compulsiva, perché sono emotivamente in disordine e tendo a dare testate nel muro quando non capisco cosa mi succede. Autodistruttiva e autolesionista. Ancora. A 45 anni.

E non so neanche se uscirò stasera.

Sorry.

Oggi è la giornata internazionale delle scuse.