Supermercati e pensieri

Soundtrack: GUARDATEVELO TUTTO CHE NE VALE LA PENA

Entro al supermercato e mi investe il pensiero di te.

Niente affatto inaspettato.

Ma violento.

Il pensiero di quello che penso di dirti e mi muore in gola quando riesco a vederti. Il pensiero dell’attesa di te, del sogno di te, dell’immaginazione di te.

Lunghi discorsi nella mia testa di ricotta di pecora. Litigate feroci a volte. Cariche di energia lanciate per investirti e nutrirti manco fossi Goku Super Sayan.

Poi niente. Niente di quello che la mia testa produce in solipsistico onanismo.

Sì, lo so. Lo so che quando racconti qualcosa ti frena il conoscermi. Sai che mi liscerò le corna e partirò sollevando polvere alla ricerca della prima cosa in forma di fottuto torero per incornarlo e sventrarlo.

Mi sento di parte, priva di obiettività, incapace di pensiero limpido e ascolto le voci che mi arrivano credendo capiscano e sappiano più di me. Capisco ora che non è vero. Non è vero affatto e che è inutile, per me, provare a mediare e raffreddare una testa che brucia e l’adrenalina che sale.

Inutile provare a proprorti una versione di me che io non so essere.

Ti vedo stanca e provata. Dovrei fissare di più la mia attenzione sulla luce degli occhi.

Rossa. Una luce rossa come quella delle pietre che si sciolgono nel calore della bocca aperta di un vulcano.

E mi basta. La verità è che mi basta. Per pensare che ci sei, che stai facendo, che ti stai muovendo come meglio credi di poter fare. E non c’entra una mazza il “saperlo”. E’ il movimento che conta e pesa e definisce.

Realizzo che buona parte della stanchezza non è nel tuo muoverti, ma nello star ferma. Nell’essere costretta ad attese che non senti e stand by che non si accordano con la voglia che hai di scattare in avanti.

Stupida io a lasciarmi inquinare dalle mie paure.

Stupida un migliaio di volte.

Stupida a non porgerti calore e legname sul quale appoggiarti.

Il mio narciso è forte e viziato, presuntuoso e superbo. Quanto il tuo, Biancaneve.

Si dispera del suo nutrirsi di sogni e immaginazione e visioni e potenzialità. E rompe il cazzo a cadenza settimanale.

Non voglio metterlo da parte, è il mio motore e la mia forza. Voglio che impari.

Così metto, nella lista delle cose fatte e da fare, anche questa.

Sta zitta Penelope e, se proprio non riesci a tacere, dille quello che hai dentro tu.

Dammi la mano, Biancaneve, dammi la mano che ti passo quello che ho.

Dammi la voce che te la liscio e lucido e restituisco limpida e morbida.

Soprattutto, baciami.