Come ogni anno, ma quest’anno ben più personali.
Auguri e buone feste a Biancaneve spesso stanca e spesso felice, che si addormenta con me attaccata al filo dell’auricolare e, di conseguanza, buone feste a You&me della Vodafone.
Che stiate bene tutti, che i regali siano belli, anche per chi mi cancella da facebook come fosse vita vera e come se bastasse davvero a cancellare 15 anni di vita attorcigliata, per chi legge e scrive ancora su questo blog, per chi si è perso per la strada, per chi esce da un negozio e non ricorda più da che lato è venuto, per chi scappa e scappa e scappa.
Che gli affetti siano caldi e morbidi per me, per chi dimentica la macchinetta sul fuoco, per chi aspetta bambini nuovi nuovi da regalare al 2010, per chi ha trovato chi amare e per chi ha trovato da chi lasciarsi amare e per chi ha capito che, tutto sommato, è la stessa cosa.
Che la mente sia serena e il corpo pronto, a chi è malato, a chi non ce la fa, a chi si tappa le orecchie con i sensi di colpa, a chi non sa leggere e a volte neanche scrivere, a chi non capisce e a chi capisce troppo, che è uguale.
Auguri e buone feste alle amiche che fanno finta di non capire, alle calabresi orgogliose, alle napoletane laviche, alle romane diffidenti ma presenti.
Auguri a chi legge l’oroscopo dell’internazionale e ci crede pure, a chi lavora da ciuccio senza sapere cosa succederà domani, a chi sfanga la giornata, a chi arriva alla sera col cappio al collo, a chi ne ha e a chi non ne ha più, a chi ci crede, a chi ha smesso ma si rifiuta di cedere.
A chi non si aspettava di trovarsi così a Natale (e così può essere tutto, nel bene e nel male, ognuno lo sa per sé).
Serene giornate a chi è stanco da morire, a chi cerca pace, a chi deve fare i conti con quello che non c’è più, a chi le feste le odia, a chi sente la mancanza, a chi vorrebbe sentirla, a chi resta incastrato e a chi è sgusciato via, a chi si è preso randellate senza aver fatto niente e a chi si è rotto le palle di prenderle e ha deciso di meritarsele, a chi risponde, a chi si alza in piedi, a chi tira su il mento, a chi va dal parrucchiere per sentirsi nuovo nuovo, a chi preferisce l’estetista e a chi usa il silkepil.
Che le ossessioni si sciolgano, almeno per qualche giorno, che la mente si liberi, che il sangue scorra con quel passo da fiume di montagna limpido e fresco.
E, stavolta, proprio non mi va di far gli auguri agli avidi, agli avari, agli arrivisti, agli strateghi, ai mascherati e ai miseri d’animo. Più che altro mi auguro io di incontrarne lo stretto necessario e posso, al massimo, sperare che si riescano a guardare per quello che sono.
Fuori dalle metafore, perché è necessario, auguri a Raffaella, perché mi manca, ma non ancora abbastanza da perdonare, ma arriverà. Auguri ad Alice, perché questo prescinde. Auguri a Margherita che nuota nel fango e si rifiuta di vederlo, auguri a Francesca che è incinta di nuovo, auguri a Da Queen che mi manca moltissimo, auguri a Marco che vedrò stanotte e sarà il mio vero natale domani, auguri ad Imma e Chiara, che si sono sempre, anche quando.
Ecco, mi pare abbastanza.
Buone feste, buoni regali, buoni amici, buoni amanti e buone emozioni.
Che altro si può volere?