Tradizionali auguri di natale

SoundtrackDeath Cab for CutieUnderneath The Sycamore

Dal primo anno di vita di questo blog – natale 2007 – faccio gli auguri di Natale. Non posso farne a meno, a quanto pare. Quindi si procede anche in questo strano anno pieno di paura e di rabbia per tutti. Per un motivo o per un altro.

Buon Natale alla mia Biancaneve, prima di tutto, cuore di questo cuore, vita di questa vita. Non ci vedremo neanche stavolta, ancora. Ma stasera infilerò il naso nelle mie lenzuola e mi addormenterò tra le braccia del pensiero di te. E’ già qualcosa, a volte non c’è neanche questo. Buon natale alla leonessa che ti abita dentro, al coraggio che non perdi, all’amore che produci (immagino una fabbrica piccola piccola, nel ventricolo destro, piena di cinesi alla catena di montaggio 24 ore al giorno; lavorano come ciucci, vorrei sapere di cosa mai sono contenti, i tuoi cinesi ventricolari, ma sembrano contenti). Buon natale ai tuoi piedi che avanzano imperiosi in un mondo nuovo e tutto da inventare. Buon natale ai tuoi occhi fatti di acque termali calde e curative. Buon natale alla tua bocca morbida che costruisce con cura parole giuste nei momenti giusti. Buon natale alla tua anima calibrata e curiosa, alle tue mani generose ed al tuo morbido ventre cuccia calda e comoda per me, spuntuta (appuntita, N.d.T.) gnoma drogata di te. Buon Natale, Biancaneve. Che tu sia serena e mai sola, che tu possa allungare la mano e sempre trovare chi te la prende e la riscalda, che tu possa vivere tutta la tua vita come la vuoi, quanto la vuoi, tutte le volte che vuoi.

Buon natale alla mia stracciata, squilibrata e anomala famiglia. Che più passa il tempo e più mi piace. Buon natale a mio padre, guerriero senza armi e senza più guerre da combattere. Buon natale a mia sorella, che non mi è capitata, no. Credo mi abbia scelto e, ogni giorno, vivo il privilegio di questa scelta. Buon natale a mia nipote, anima irrequieta e uccello migratore, piccola donna che se non prova non crede, nipote preferita – e non solo perché l’unica -. Buon natale agli altri piccoli, sparsi pezzi. Buon natale alla zia che non vedo da anni, i suoi figli feriti e ai due cugini che, sorprendentemente, camminano paralleli a me, pochi passi più in là ma sempre là. E ritrovarsi è divertente e sorprendente. Tutte le volte. Buon natale, allora, alla famiglia che ho. Che possa mantenere questo anarchico e scostumato legame e continuare a fingere che non ce ne sia uno. Si vede che stiamo meglio così.

Buon natale ai miei amici. Alle anime in pena che cercano requie, agli uomini che cercano di diventarlo. Buon natale a chi fa i conti con gli anni, con le scelte, con la vita, con il dolore, con l’amore, con se stess*. Buon natale alla loro pazienza, alla loro presenza, alla loro vicinanza, alla loro baldanza, alla loro esistenza. Che mi fa sembrare natale ogni incontro e ogni pranzo fatto insieme. Buon natale e vite nuove. Amori nuovi. Odori nuovi. Parole nuove a tutti voi.

Buon natale a chi lavora con me. Sarte pazienti intente a cucire e ricucire, rattoppare, rinforzare, allungare ed accorciare quella strana stoffa che compone le anime dei bambini che incontriamo. Trovando il tempo per accarezzare le ferite di una di noi, le illusioni dell’altra, il dolore di un’altra ancora e abbracciare chi non ce la fa, aspettando che possa ricominciare. Che si possa continuare a vivere il lavoro come fosse vita e a sentir calore ogni volta che ci si ritrova in cucina a mangiare patatine e cioccolata.

Buon natale a chi ancora legge queste righe, dopo quattro anni, trovandoci ogni volta qualcosa che gli appartiene. Buon natale a chi si lascia abbracciare da queste righe fitte fitte. Buon natale a chi non smette di nutrire. Che possiate essere. Che possiate crescere. Che possiate vivere.

Buon natale alla mia gatta vecchia. Nervosa ed indignata per essere costretta a condividere spazi ed abitudini con due giovani ragazzoni pelosi energetici e irrispettosi. Non so quando mi perdonerà. Ma spero che questo natale impari anche lei che un gattone di 8 chili può essere comodo per stare più calda in questa casa gelida e impossibile da riscaldare.

Buon natale alla famiglia di Biancaneve che, per quanto non mi piaccia, è la sua ed ha le sue ragioni. Che il natale vi porti un po’ di serenità che tanto, qui, non c’è niente da capire e niente da combattere. Fatevene una ragione. Ed al suo ex marito spero babbo natale porti un nuovo amore e una nuova casa. No, non sono generosa né gentile, è che staremmo meglio tutti.

E buon natale a questo paese da medioevo, che trasuda paura e cinismo, che cade sempre negli stessi errori, che non capisce mai cosa deve fare per diventare un paese adulto e, nel frattempo, è diventato un paese vecchio. I periodi brutti finiscono e finirà anche questo, nel frattempo spero che il regalo più bello vada ai ragazzi, quelli veri, quelli che non hanno ancora compiuto vent’anni. Spero che nel pacco ci sia speranza, fiducia, immaginazione, voglia di essere migliori dei propri padri e delle proprie madri e non per la cilindrata delle auto o per il colore delle tende, ma per anima, etica e senso collettivo.

Buon natale alla Agos che cerca di riavere i soldi da me e che, tra un po’, mi manderà qualcuno con una mazza da baseball. Pregate con me che io vinca al superenalotto: è l’unica chance che abbiamo.

Buon natale a me, alle mie converse one star invernali nuove di pacca che sono fichissime. Ai miei umori fragili ed ai miei nervi scoperti, alla mia pazienza ed alla mia voglia di scrivere, alla mia pigrizia ed alla mia voglia di vivere. Mi concentrerò per il superenalotto, come dicevo ma, comunque, di regali ne ho talmente tanti ogni singolo momento ed ogni singolo respiro, che proprio non mi posso permettere di lamentarmi.

Se non fosse chiaro, buon natale a tutti.

2010

Soundtrack: Florence and the Machine You’ve got the love

Quando avevo 15 anni, pensavo al 2000 come una data lontanisssssima. Avrei avuto 37 anni. Non credevo neanche di arrivarci. Come è tipico di una guagliona cresciuta tra i 70 e gli 80.

Invece ci sto. Come tutti sapete. Con orgoglio e sorpresa, devo dire. Lo stupore degli anni che passano e mi vedono qui, non mi abbandona mai. Immagino sia una buona cosa.

Dunque è classico tempo di propositi e auguri.

Nel frattempo aggiorno la folla trepidante: tutto bene.

Ordunque. C’è da augurare cose a persone. Vediamo cosa viene fuori oggi.

Per il 2010 auguro, a chi conosco, ma anche a chi non conosco (suvvia, un po’ di generosità l’ultimo dell’anno):

autostima a chi non ne ha,

chiarezza a chi naviga nella nebbia,

remi a chi ha la barca senza governo,

consapevolezza a chi manco si ricorda come si chiama,

cuscini a chi finisce sempre culo a terra,

formine prestampate da ritagliare a chi ha sempre idee irrealizzabili,

una ricetta semplice e veloce per chi non riesce mai a concludere un cazzo,

tempo a chi non ne ha,

zappe da orticello a chi ha preso la forma del divano,

sesso selvaggio a chi si è dimenticato come si fa,

carezze sulla faccia a chi ne ha fame,

baci sconsiderati per chi ha sete,

energie molto colorate per chi capisce solo il grigio,

una personalità a chi non ne ha,

la calma a chi ha il cervello in fumo,

e, in generale, il meglio che ognuno si augura per sé.

Nel frattempo ci tengo a nominare e ringraziare le cose che, nel 2009, sono state importanti per me. Non ho di che lamentarmi, su quest’anno che se ne va, e non voglio peccare di ingratitudine. Quindi ringrazio:

Biancaneve in tutto il suo essere e agire, è la mia droga e la mia gioia, la mia avventura e la mia adrenalina, la mia sorpresa e la mia certezza; you&me della Vodafone, come più volte detto, che mi permette di viverla anche quando siamo lontane; i cellulari Nokia per lo stesso motivo, l’inventore degli auricolari, Piazza Re di Roma, il mio culo per i parcheggi, il mio padrone di casa, questo blog, un bar del testaccio, la fermata della Metro Piramide, Ostia, la mia macchina, la sua macchina, il mio divano, i collant autoreggenti, una sua amica, molte mie amiche, i suoi figli (che non sono bambini, ma prodotti di Intelligenza Artificiale made in Japan), i miei ricordi, la sua voce, la sua intelligenza, le sue mani, il suo sguardo e il suo coraggio, il Nik’s bar di Largo Somalia e il ristorante Thailandese sotto casa, la sua testa di cazzo seconda solo alla mia, le sue scollature, l’alcool, gli sms, la sua schiena, le sfide, la comprensione, la pazienza, le emozioni, la resa, il mio spettacolo, Napoli, “ci sarà occasione”, i Centri Commerciali, i parcheggi, parco della Caffarella, sua madre, suo marito, la codina. E la chiudiamo qua, questa parte, ché potrebbe andare avanti per tutto il secolo XXII.

 

Gli amici: Penelope che è ancora qui malgrado la mia scarsa cura; mia nipote che è bella come il sole e coraggiosa come un guerriero ninja; mia sorella osservatrice e saggia come un consiglio di anziani su Marte; Marco che è lui, che sa cosa dirmi, che riesce a dirmelo e che sconta l’ergastolo con me; Francesco che osserva e parla, che c’è sempre e mi infila dappertutto; Raffaella che mannaggia alla miseria, non smette di fare domande che servono solo a non vivere, ma è fatta così, che ci vogliamo fare? Ziasaimon e la sua saggezza oltre che le sue fantastiche cene; papà che è, tutto sommato, uno che sa campare, Francesca Romana che è stata amica e musa, sicurezza e colore, casa e generosità; Vanessa che è colonna e certezza, limpidezza e protezione;  Chiara e Imma che partecipano e ascoltano con molta pazienza; Margherita che non si assenta mai. I miei colleghi, che in fondo sono famiglia anche loro. E, naturalmente, le persone che seguono il mio blog: Crila, Tribus, Vita, Deepgreen, Dandy, Imogene, Nelson, Francesca di milano, LaVale, Mah, CaporaleReyes, Omaha, Saffoco, Beatrix,  Bettyloop, Coraggio e tutti quelli che non conosco o che potrei aver dimenticato.

I luoghi: la colombaia che mi ha accolto in ogni possibile mood; “Io sto una favola è Naomi che non è normale” ovvero il sogno di una vita realizzato;  la spiaggia di Ostia e il mio coraggio di farci il bagno; la casa di Alice e Da Queen a Ostia e pure a Roma, rifugio e canile; San Lorenzo; Monterotondo; la CGIL; Senigallia e la riviera romagnola; ikea, Zara ed H&M.

Cose varie: latte e cornetti, caffè, cioccolata, pane, mozzarella, mousse all’arancia, il computer, facebook, il silkepil, i libri, il mio cuscino di lana da cardare, la musica, la radio, il lettore MP3, il lego, il presepe, vaporella e swiffer, il tavolo della cucina, la distrazione altrui, il carrozziere, la moto in disuso, le belle giornate, il freddo, il caldo, la vaniglia e il tabacco, le mie protezioni, la mia voce dentro.

Ecco, per ora mi sembra abbastanza.

Ma tanti auguri

babba-natale.jpg

Soundtrack: Jingle Bells 

Non ci si può esimere. Oddio, si potrebbe benissimo, ma non riesco a farne a meno.

Quindi buone feste a tutti (notare il mio politically correct generico).

Auguri a chi si sta ricostruendo il quotidiano, a chi ha paura e a chi si nasconde, a chi è in guerra con la vita.

Auguri a chi avanza col machete, a chi pensa che rialzarsi sia l’unica cosa da fare, a chi si rifiuta.

Auguri a chi è in amore sdilinquito, a chi non riesce a non amare, a chi fa finta di essere innamorato.

Auguri alle anime vecchie, a chi non si riconosce allo specchio, a chi proprio non riesce a diventare grande.

Auguri alle famiglie un po’ disastrate, a quelle devastate e soprattutto a quelle sane.

Auguri alle donne di sostanza, alle seduttrici compulsive e alle donne in formazione.

Auguri a me, che me lo merito.

Auguri ai miei amici delicati, auguri alle mie donne, auguri alla mia famiglia sfilacciata.

Per tutti: buona fortuna, che sia possibile sopravvivere alle cene di Natale nel migliore dei modi possibili.

Gradirei leggere qui sotto i vostri, di auguri.