La notte

Soundtrack: Alanis Morissette Fear of bliss

Dormire con il tuo respiro è la mia droga.

Non posso farne a meno.

Ho le orecchie devastate dagli auricolari e divento sorda ogni giorno un po’ di più.

Me ne fotto.

Non posso farne a meno.

Mai stato facile addormentarmi per me. Da sempre.

No, da quando avevo 12 anni.

Per disperazione, dopo un anno passato con gli occhi spalancati fino all’alba, avevo messo su un rituale preciso e inderogabile.

Svegliare qualcuno in casa – non appena addormentati tutti -. Di preferenza la mia Signorina, la fantastica governante che ha regnato a casa mia per 30 anni.

Persiane alzate per vedere se, per caso, qualche finestra fosse illuminata negli altri palazzi.

Radio accesa, per avere la certezza che qualcuno fosse vivo in giro per il mondo.

Luce accesa, per non essere sorpresa dai mostri al buio.

Occhiali sul naso, sennò anche alla luce ogni oggetto della stanza poteva diventare un mostro. E poi non c’è niente di peggio, quando si ha paura, che non poter mettere a fuoco i dettagli.

Spalle al muro. Coperta sull’orecchio. Attesa del crollo definitivo.

Avrò dormito così quasi 10 anni.

E’ per questo che i rituali dei bambini li capisco bene.

Mi verrebbe da prendergli l’anima tra le mani per spiegare che i mostri non sono fuori mai. Non sono sotto al letto né fuori dalla finestra, né nascosti nel buio.

Stanno dentro e c’é da guardarseli un po’.

C’è da capire che se stanno dentro sono tuoi e, in qualche modo, fanno parte di te.

C’è da capire che stanno lì perché hanno paura quanto tu hai paura e che si nascondono quanto tu ti nascondi.

Bisognerebbe guardarli quando dormono, i propri mostri.

Son mostri con la faccia da bambini ed il corpo da adulti. Mostri che sognano il loro peggio e quando si svegliano dall’incubo non trovano nessuno che gli accarezzi i capelli e sussurri che tutto va bene, che era solo un brutto sogno.

I mostri che abitano l’anima dei bambini, e a volte anche dei grandi, sono cicci piccoli soli e senza calore.

Se gli insegni che non sono soli e che il calore, da qualche parte, c’è sempre, si sciolgono senza lacrime e si liberano di loro stessi.

E diventano alleati, qualche volta, perché aver paura di qualcosa è necessario, è vitale, è sano.

I miei mostri, ormai, hanno capelli bianchi e facce stanche, non si può fare i mostri tutta la vita.

Ci parlo, a volte, ci aiutamo a capire dove siamo e dove stiamo andando, ci facciamo compagnia e ci scambiamo carezze per nutrire la parte migliore.

E sono sempre gli stessi, non cambiano mai.

Quelle paure, quelle insicurezze, quelle contraddizioni, quel peggio di sé.

Ora come allora. Quello che cambia è la tenerezza che mi fanno. Che mi faccio.

Di sicuro il tuo respiro aiuta i miei mostri ad addormentarsi, la notte.

Dovessi diventare sorda, sono sicura che troveresti un altro modo, Biancaneve.

 

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