Etero e Lesbiche II (aggiornato)

muro

Soundtrack: Fink Pretty little thing (rubata da Altung)

Ovvero Penelope inizia a incazzarsi.

Non è che io tolleri molto bene le frustrazioni. No. Cerchiamo di essere più precise: io odio subire frustrazioni e le evito come la peste nera e sono pure diventata una fantastica anguilla, su questo. Quarantacinque anni serviranno pure a qualcosa.

 Al momento, invece, mi ritrovo cestino di raccolta differenziata con dicitura “frustrazioni qui, please”. Come è potuto accadere?

Quando si ha la pessima e sottolineo pessima idea di farsi lusingare da una etero curiosa (?), si dovrebbero tener presente un paio di cosette basic:

  1. quello che ti viene dato, ti viene tolto un attimo prima (prima, ho detto, non dopo);
  2. il sabato e la domenica sono due giorni di passione (non in senso sessuale, in senso di strappamento di visceri) e tutto quello che faticosamente e formichianamente sei riuscita a costruire (miseri gancetti piazzati qua e la a casaccio), verranno rimossi con cura chirurgica e scompariranno nel nulla;
  3. si deve ricominciare daccapo ogni santissimo inizio settimana e non parliamo del post-vacanze che è anche peggio.

Bisognerebbe imparare a non lasciarsi colpire dai rinculi. Minchia, il rinculo non dovrebbe finire sulla mia spalla, il fucile non lo imbraccio io.

La verità è che esse (le etero) andrebbero incatastate (=sbattute, N.d.T.) sul primo muro di cemento a disposizione e scopate fino allo sfinimento.

Successivamente andrebbero poste domande tipo: “ti serve qualcosa?”, oppure “dicevi?”, ma anche “sistemi il quadro che si è spostato, per favore?”.

Ma io non sono un uomo e non sono nemmeno una MML (Male Minded Lesbian), ragiono da donna e ragiono che non deve essere facile… è comprensibile che ci si ripensi… è ovvio avere paura…

Cazzo.

Resto dell’idea del muro. E’ l’unica.

Quindi, giovani e meno giovani lesbiche worldwide, just in case armatevi non già di pazienza, ma di cazzimma. Non lasciatevi intenerire e, soprattutto, “lassa perde”, probabilmente non ne vale la pena.

Disse la volpe all’uva.

 

Perché l’uva in questione è bianca e incredibilmente succosa a vedersi. Deve essere la gioia dei denti e del palato.

Ci provo ad incazzarmi, ci provo.

 

17 pensieri riguardo “Etero e Lesbiche II (aggiornato)

  1. il muro funziona al contrario, a volte. però funziona.
    (vabbè, io contro il muro ci sono stata sbattuta e ho smesso di essere etero…..però poi lei ha detto “ma sai, è stato solo perchè eri tu” e si è messa con un uomo……….mah)

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  2. Penny, quello che mi stupisce sempre è che dopo tutto quello che è successo nei lontani anni Ottanta tra M. e S. tu stai ancora a sperare che persone “etero” dalla vita piu’ o meno strutturata abbiano coraggio. Se sono “single” (leggi sole, talvolta isolate) e toste, forse, ma con una vita alle spalle (e nessun futuro davanti a loro) ce la fanno in una su mille. Prendi Miguel, per esempio, l’ultimo amante di Erika: “etero” venuto da Calgary a incontrarla, di una bellezza sfolgorante. Appena mi vede dice “Italian brother, how are you?” e mi comincia a parlare. La seconda cosa che mi dice è “Io non sono gay” (ihihihi), poi mi tempesta di parole abbracci (da amico, ovviamente, ihihih) ecc., sotto lo sguardo divertito di Erika. Quando se ne va, Erika mi dice: “Darling, avevo dimenticato cosa significa essere un uomo a letto: Miguel me l’ha ricordato”. Figurati!

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  3. E’ che se sei una lesbica banana dovresti fuggire da tutte le situazioni sessual-sentimentali che richiedono alte dosi di cazzimma, egoismo e vanità.
    Diciamo che i rapporti umani in genere richiedono queste tre caratteristiche, i rapporti d’amore in particolare, spesso i rapporti omosessuali ancora più in particolare….ed in particolarissimo gli incontri ravvicinati del terzo tipo tra una persona gay ed una etero.
    Penso anche io che la maggior parte delle volte la soluzione del muro sia l’unica…ed alcune persone si meritano proprio che dopo ti accendi anche la sigaretta e dai il ‘5’ ad un amico mentre ancora ti stai tirando su la lampo dei pantaloni.

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  4. la sindrome del “pianto bandiera” è cosa comune nella mentalità gay, tutta, nessuno escluso.anche se mi sono sempre scatenata le ire della “comunità”con questo mio pensiero.l’inafferrabile, l’inarrivabile, la conquista!sbattere al muro qualcuno,non sono molto d’accordo.sono per le occhiate complici.per le mani che sfiorano i fianchi e per messaggi subliminali.quando però poi diventa un vorrei.ma.non.posso allora basta.nel tuo caso, personale, è un’altra cosa però.e non per giustificarti.spero quel muro venga distrutto,o in un modo o in un altro.il TUO benessere.sempre.da una che ti vuole BENE.

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  5. arrivo piuttosto tardi su questo post e non ho il tempo di studiare il testo della soundtrack per capire perchè questo pezzo e non un altro, chè ogni tanto il collegamento è pregnante.
    Ma mentre leggevo mi veniva in mente un Marco Ferradini d’annata… 😀
    In ogni caso voto anch’io per il muro.

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  6. sei unica… “incatastarle al muro”. Fosse facile… manco per gli etero nei confronti delle etero è così semplice. Però è bello pensare ad una simile ipotesi, dovesse mai esistere ed essere praticabile. 😉

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