Post mattiniero

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Soundtrack: Dionne Farris I know

I post della mattina vengono sempre in un altro modo. E poi per ora c’è il sole.

Dunque.

Con la mia solita ed assoluta mancanza di discrezione personale, spiego.

Ho preso una gran botta. Di quelle che mi provocano comportamenti “banana” senza appello.

Scivolo, cado, mi sputo addosso, mi cola il naso, rovescio le cose, sbaglio le parole, perdo il controllo e mi comporto come una adolescente (anzi un adolescente) mentalmente instabile.

E mi diverto un sacco.

C’è da infilare, tra parentesi o per inciso, che qualunque lesbica sana di mente che abbia superato i 17 anni d’età e sia vissuta anche solo un anno fuori da un collegio svizzero di suore trappiste, saprebbe che una cosa del genere è da evitare come l’antrace, pericolosa come una ringhiera fuori norma di un balcone del quinto piano e carica di un potenziale devastante come una legge di Berlusconi.

Ma siccome io banana sono e banana resto, veleggio nel mare dei “mi pare”, “potrebbe”, “ma forse”, senza un freno che sia uno.

Le mie amichette mi guardano/ascoltano e dicono “che cosa carina”, rafforzando in me la convinzione che i segni neurologici avanzano indisturbati nel mio floscio cervellotto.

2+2 fa 4. Mi si dice. Ma potrebbe tranquillamente essere 18 – 6. Non so se mi spiego.

Quando sei all’interpretazione del gesto, sei una lesbica alla frutta.

Però, per ora, è divertente, vitale, piacevole e assolutamente energetico.

Mon dieu.

Ci vorrebbe un pezzo musicale adolescenziale, tipo il tempo delle mele. Ma è troppo. Cercherò di restare su qualcosa di dignitoso.

Buon mercoledì a tutti che, come sapete, è il giorno prima del giovedì, che è quello che precede il venerdì, che è l’ultimo della settimana.

La settimana è sfangata.

 

– Leggo ora il commento del Fab e mi stacco per un attimo dal mio nacisistico autocentramento. Son contenta di leggerlo così entusiasta, son contenta che sia Obama il nuovo presidente degli Stati Uniti e credo, davvero, che questo significhi qualcosa per tutti, indistintamente. Non mi importa se sarà o meno un buon presidente, mi importa che sia stato possibile far accadere l’inaccadibile. Si riparte e sono certa che sarà meglio comunque. –