(camera nostra e spiaggia di Elia. Le foto sono da cellulare)
Soundtrack: Dean Martin – Mambo Italiano
Dunque dunque, in genere porto con me un quadernino per scrivere tutto quello che mi passa per la cipolla (testa) e per tenere sotto controllo la paura dell’aereo ma, stavolta, ho scritto assai poco, anche in aereo. Quindi la mia riscostruzione di questi giorni di vacanza sarà arbitraria, temporalmente confusa, omissiva e, soprattutto, fantasiosa. Sappiatelo.
Lunedì mattina (lo so, avevo detto che partivo martedì: scaramanzia) mi sveglio alle 5 e mezza preda di dolori spaventosi. Prendere l’aereo mi agita. Alle 7 e mezza sono per strada con la mia minivaligia e un sonno da lavoratore notturno. Sul trenino iperaffollato mi chiedo: “Ma dove cazzo va tutta sta gente che scende a Muratella alle 8 del mattino?”. Domande sostanziali, devo dire.
Ricordo perfettamente Fiumicino. Esattamente un anno fa ero partita per la Grecia senza ben sapere cosa sarebbe successo dopo.
Nel 2008 parto sapendo perfettamente cosa è successo dopo, un anno fa, ma senza avere la più pallida idea di che fine farò quando torno. Più o meno per gli stessi motivi (casa, convivenza, soldi, affetti) con le dovute differenze.
Spacco le palle a questo mondo e quell’altro per la mia paura di volare. Mi si manda affanculo ma mi si offrono anche affettuosi incoraggiamenti. Durante l’attesa trovo la sala fumatori chiusa per pulizie e gruppone di tabagisti attaccati al vetro che maledicono l’omino delle pulizie accusandolo di essere lento e dispettoso. Poro ciccio. Volo Olympic e si mangia una merda. Faccio anche la figa, sono dotata di pulloverino anti aria condizionata e sorrido al decollo. Mi viene così, mi emoziona come se fossi una bimba sulla giostra. Decollo con Alanis nelle ‘recchie “Citizen of the planet”. Alla fine del viaggio mi accorgo che un paio di persone, durante lo sballonzolamento tipico da sorvolo Grecia con melteni incorporato, guardano ME per rassicurarsi. Siamo alla frutta. Arrivo ad Atene e cazzeggio per un paio d’ore in attesa del volo per Mykonos. Quando salgo sul velivolo, mi sento una avventuriera dei primi del 900. L’ATR può fare questo effetto, credo.
Arrivo a Mykonos e trovo il prof in motorino. Meno male che ho la valigia piccoletta. Dopo cena mi porta a vedere i posti fondamentali dove passeremo la nostra vacanza: Pierro’s, Porta e Montparnasse. Il primo è un must dell’isola, si attiva dall’una in poi, ci sono tre drag che fanno spettacolo e PR: Gloria, Imon e la Tedescona. Il Porta è un troiaio indicibile, il Montparnasse è un cafè dall’aria retrò dove una chiattona americana canta qualsiasi cosa tu chieda facendo un gran spettacolo (Il prof chiede sempre Mambo Italiano e la canzone di Saraghina)
Al Pierro’s vedo la donna della mia vita, anzi le donne della mia vita, due. Mi riservo di contattarle il giorno dopo data la stanchezza e il sonno.
Naturalmente non le ho più viste.
Lesbica Banana.
Dormire con il prof è ben strano. Oltre al fatto che si prende tutto il letto, non sono abituata all’odore di un uomo nel letto. Perché è proprio diverso.
Detto questo, abbreviamo.
Ci hanno preso per una coppia, a me e al prof. Poi hanno capito che lui è gay. Ma ci è voluta una settimana perché il popolo del Pierro’s e della spiaggia di Elia si convincesse che sono lesbica. Financo la drag queen tedesca non ci credeva.
La drag queen tedesca che parla italiano è un uomo fantastico. Un metro e 95 di fisicaccio strizzato in vestitini improbabili dei quali il migliore è stato quello da crocerossina, con parrucca argento alta 50 cm. Affettuosissimo con me (forse per pietà, essendo io l’unica lesbica single dell’isola).
Poi siamo diventati compagnucci dell’altra drag, Gloria, siciliana, che fa lo spettacolo al Pierro’s ed emette un richiamo che può essere sentito in ogni punto dell’isola, e di una pletora di ricchioni in vacanza.
Giuseppe, un siciliano che vive nella Svizzera tedesca e che mi ha raccontato tutti i cazzi suoi. Un’anima pura, devo dire, da noi detto Iosefo. Niko e Costas, greci lavoranti in Brusselles. Costas devo averlo incontrato in un’altra vita, perché me ne sono innamorata. E lui di me. Lo so che è contro natura che un gay e una lesbica facciano amicizia di prima, sarà che lui è più donna di me. Lo chiamavamo “Victorian Lady”.
Luca e Giorgio, coppia nordica. Luca con braccio rotto per la seconda volta in due mesi, i nostri compagnelli di spiaggia. Siamo andati da Elia tutti i giorni tranne uno. Elia è una spiaggia molto bella. Alla fine della spiaggia, dopo gli scogli, c’è una spiaggetta più piccola, non attrezzata, noi eravamo lì. Ero l’unica donna. L’UNICA. Per il resto tutti ricchioni nudi. Ho potuto recuperare le mie nozioni perdute di anatomia maschile.
I primi giorni non mi sopportavano molto, ma io sono educata e gentile. Alla fine si sono abituati come i pinguini si abituano ai documentaristi del National Geographic.
Praticamente ho interagito solo con tre donne. Una coppia tedesca che parlava italiano (parlano tutti italiano, cazzo) e una pazza isterica di Colonia che il prof mi aveva portato pensando fosse lesbica e che, invece (come già detto), si voleva scopare lui.
Il prof faceva così, una volta compreso il livello patologico della mia bananite, partiva in avanscoperta alla ricerca di donne. Quando ne trovava una, me la portava. Un cane da riporto, il prof. Con un radar lesbico quasi peggio del mio. Eravamo assurdi. Inverosimili anche. Abbiamo anche litigato un paio di volte tipo Sandra e Raimondo. Lui dice che sono odiosa e spuntuta. Ha ragione. Ma di questo parleremo nel capitolo due.
I giorni sono passati così, mare (tutti uomini), cene (tutti uomini), serate al Pierro’s (tutti uomini). Ad un tratto ho cominciato a stare bene. Bene davvero. E sono riuscita ad interagire anche senza il prof. Certo erano milanesi più antipatici di me. Ma almeno…
Mykonos non è più né un’isola gay, né trasgressiva, né estrema. I gay si sono chiusi in un paio di luoghi ben precisi (Elia, pierro’s porta, elysium), le spiagge sono diventate un puttanaio di ragazzini/e postadolescenti con il mito di Ibiza. Tante famiglie, tanti bambini.
E i gay sono diventati tutti uguali. Fisicamente e come look. Uguali fino alla noia. E non erano manco tanto belli, a dirla tutta. E anche di questo parlerò in un altro post.
Comunque, per concludere, 10 giorni rilassati rilassati. Sono nera come una cozza. E ho le rughette della faccia che si vedono benissimo e mi fanno molta tenerezza. Ho guidato lo scooterino sempre io, appena il prof ha deciso che per lui era più rilassante. Bevuto 400 caffè, mangiato 2000 insalate greche. Fatto il pieno di sigarette a 2,50 al pacchetto.
Al ritorno, sull’ATR da Mykonos ad Atene, mi hanno fatto mettere nella cabina di pilotaggio per un problema di posti. Ho fatto un viaggio fantastico. Considerando anche che mi ero appena letta un libro di Crichton che spiega tutto sugli aereoplani (Airframe) e considerando che il viaggio è stato abbastanza movimentato per via del vento, ci sono andata di lussissimo. Una bimba, sorridevo come un’idiota, il capitano avrà pensato fossi demente.
Nel volo verso Roma ho dormito. Come un sassetto.
Ora c’è da fare. Molto.
Grazie al Dott per questa vacanzetta. Grazie al Prof per i chiarimenti e le lunghe chiacchierate e non solo. Grazie a me per averlo fatto.