Soundtrack: Organized Noize ft Queen Latifah – Set It Off
Le lesbiche avvilite guardano i panni puliti e si chiedono come fare a stirare con questo caldo.
Le lesbiche avvilite non sono riuscite a comprare il ventilatore perché il cinese ha chiuso.
Le lesbiche avvilite si guardano indietro e si chiedono a cosa cazzo serve sapere come ci si comporta in una relazione duratura, progettuale e stabile.
Le lesbiche avvilite si chiedono se ce ne sarà mai un’altra.
Le lesbiche avvilite guardano indietro oltre ogni tempo massimo, quando non è più giustificato né giustificabile.
Le lesbiche avvilite sono stanche di un sacco di cose.
Le lesbiche avvilite non riescono neanche tanto a realizzare le fortune che hanno.
Le lesbiche avvilite non capiscono cosa hanno da chiedersi, non ci credono proprio più, non hanno nutrimento per orgoglio e “forza interiore”, si stringono le mani da sole per farsi calore in una giornata che squaglia i cammelli.
E non vorrebbero stare così, si sentono un po’ stupide, un po’ ingrate, un po’ vittimiste e un po’ insopportabili.
Vorrebbero dirsi, le lesbiche avvilite, che passa, che è normale, che c’è un tempo per ogni cosa e che alcune di loro tendono a prendersi questo tempo quando le cose sono lontane lontane e fanno meno paura. Vorrebbero anche dirsi che va bene, va bene così, è necessario, poi un senso si troverà. Prima o poi.
Si domandano, sempre loro, perché investire, perché progettare, perché stabilizzare, perché provarci, perché insistere, perché.
Non se lo ricordano più.
Si ricordano poche, piccole cose. Quelle cose piccole che scalzano via quelle grandi dal buffer di memoria. Quelle piccole cose che però, non sono sufficienti a motivare i gesti e gli sforzi e il dolore e la caparbietà e l’ostinazione. Non che abbia più molta importanza, ma se non ha più importanza, cosa è importante? cosa serve a cosa? a chi?
“Che c’è dietro l’angolo?” – disse Marzullo – “non c’è niente”, rispose la lesbica avvilita, ben sapendo che questa frase, questo pensiero, questo mood, questo inutile buco nero della mente, la porterà fuori dalla porta del mondo civile.
Perché le lesbiche avvilite nun se ponn’ suppurtà.
Io sono una lesbica avvilita che stirerà i panni senza ventilatore e andrà a letto sudata come una foca per svegliarsi domani e andare a lavorare perché così le giornate passano prima. E un ragazzino, mentre costruisce con me un collage fatto con microbici pezzettini di cartoncino colorato e pongo mi chiederà: “A che serve quello che stiamo facendo?” e io risponderò: “A farmi stare meglio, ciccio”.
Nuota, ciccia, nuota! a che serve? a non sentirsi avviliti!
Alf**
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Ma anzicchè stirare i panni, fumarteli?
😀
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I miei puoi pure non stirarli, basta che non te li fumi:)
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