Lesbiche: vita del branco

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Soundtrack: Nirvana – Come as you are

Le lesbiche si muovono in branco.

Si dividono in due grandi famiglie: le camion e le lipstick.

All’interno di ognuno dei due branchi possiamo trovare elementi di altre razze che, come pesci pilota, nuotano intorno alla loro categoria d’elezione. In entrambi i branchi, come già espresso in altre occasioni, i legami sono forti e cementati attraverso relazioni sentimental/sessuali assolutamente circolari. Non si entra in un branco senza una relazione di uno dei due tipi con una delle appartenenti

Chiunque sia abituato a frequentare una discoteca gay, un bar o una festa open, può riconoscere, dopo una breve ripassata a 360 gradi, le location dei branchi presenti. Tutte rigorosamente separate, tutte rigorosamente in nero (al più, verde militare). 

Nell’angolo che consentirà maggiore controllo del territorio e ampiezza di sguardo, si trovano le camion. Esse, gruppo folto ed aggressivo, sono sistemate secondo una precisa gerarchia che si ripete uguale a se stessa in ogni luogo del mondo.

La formazione è definibile: a punta di diamante. Al centro le più giovani. Coloro che devono essere sì protette da ogni possibile attacco esterno, ma anche utilizzate come esca per scatenare risse furiose e/o mostrare ad altri branchi la propria capacità di affiliazione. Ai lati le camion operaie con funzione di bassa manovalanza, controllo del territorio, raccolta informazioni. Al vertice della formazione le camion-capo. Le camion-capo sono spesso le più anziane, dotate di maggior esperienza e si sono guadagnate il ruolo attraverso battaglie e lotte, affatto metaforiche, senza quartiere.

Nelle immediate vicinanze si posizionano le criptolesbiche, in genere accompagnate da amici etero, in attesa di essere agganciate e rimorchiate in luoghi bui ed appartati (ad esempio i bagni) per consumare brevi e scomposti atti sessuali. Può accadere, in fortunate occasioni, di scorgere qualche lipstick o – addirittura – qualche upper, che sgaiattola tra le strette maglie del branco, dopo un veloce accoppiamento, per tornare silenziosamente al proprio.

I movimenti del branco sono bruschi, veloci e imprevedibili, il rumore prodotto può essere assordante e serve, si suppone, ad annunciare l’arrivo del branco in modo che, chiunque abbia malauguratamente occupato il territorio prescelto, si possa allontanare senza subire danni fisici.

Ricordiamo ai neofiti che si tratta di un branco aggressivo e diffidente. Vanno avvicinate con cautela, se possibile offrendo loro del cibo e senza mai, ripeto: MAI, effettuare movimenti bruschi.

Al centro del territorio in esame, leggermente marginali rispetto al punto focale, ma comunque in posizione visibile dai quattro punti cardinali, si stanzia il branco di lipstick.

Costoro sono in numero minore, rispetto alle camion e, in luoghi semibui, la livrea nera o grigia può trarre in inganno l’occhio dell’inesperto osservatore. Ma pochi secondi di approfondimento metteranno immediatamente in evidenza la differenza con le camion. Qui un roteare di chiome, lì il luccicore di un lipgloss e, spesso, gestualità tipiche da risposta al corteggiamento (capo rovesciato, risata ampia, mani sulle spalle, eccetera).

Il branco di lipstick rispetta una formazione rigida quanto quella delle camion, ma estremamente articolata. Alcuni studi si spingono a rapportare la “formazione tipo” delle lipstick con alcune disposizioni tipiche della strategia bellica dell’antica Roma, ma anche dell’antico Giappone. E’ affascinante, infatti, la perfezione estetica del vissuto spaziale di questo branco. Nulla appare lasciato al caso, la visibilità attiva è perfetta, quella passiva la migliore possibile anche nei luoghi più impervi, ogni cosa è al suo posto e qualunque elemento di disturbo viene delicatamente estromesso. Senza spargimenti di sangue, perlopiù.

La disposizione ricorda una spirale perfetta. Il fuoco della spirale è occupato dalla Lipstick Alfa. Da lei si diparte il tutto. Le distanze sono calibrate. Alla Alfa, quindi, seguono le lipstick senior, le junior e le altre sottospecie in ordine di importanza. La spirale prosegue con le Vintage che, da sempre, sono pesci pilota delle lipstick, quindi ecco le Ciro seguite a ruota da alcune cripto che, loro malgrado, non hanno accesso alle parti centrali della spirale (pur desiderando ardentemente di avvilupparsi indissolubilmente ad una lipstick). La perfetta linea armonica è chiusa da alcune camion che fungono, com’è ovvio, da protezione per il gruppo.

Da notare che lo scambio di branco avviene solo ed esclusivamente in una direzione. Si sa, le leggi della natura sono oscure ma imprescindibili.

Il branco si muove con lentezza misurata, senza scatti, scivolando come una geisha sul pavimento o sull’asfalto, accompagnato da un lieve fruscio. L’arrivo, infatti, non deve mai essere segnalato per evitare emozioni eccessive, reazioni smisurate e, soprattutto, per sorprendere le camion.

Il branco Lipstick è, come già spesso affermato, amichevole e fiducioso. Nel caso si riscontri qualche episodio di ritrosia o timidezza, sarà sufficiente esprimere verbalmente un paio di complimenti standard (per esempio: “stai benissimo!” oppure “questo abitino è una favola”) per sciogliere ogni possibile riserva.

Articolo tradotto dal National Lesbographic. Anno 2008.

14 pensieri riguardo “Lesbiche: vita del branco

  1. A Luca:
    Con molta calma ti dico che non mi considero assolutamente esperta della vita, ma sicuramente sono in grado di riconoscere una persona sincera e spontanea da una ipocrita e costruita. Inoltre Penelope è mia zia, ci vivo insieme, so bene chi le è stato vicino nei monmenti di difficoltà e serenità e chi si limita a scrivere lunghi e noiosi commenti sul suo blog sfruttando i suoi lettori, e cavandosela con un triste TVB (che avrò pure 23 anni ma non lo dico più nemmeno io almeno da quando ne avevo 14). Paladina della giustizia, mi dispiace per te ma lo sono. Presuntuosa no. Mi dispiace che tu sia cosi permaloso, e che di fronte ad una critica scappi via dal blog, ma credo che noi lettori lentamente riusciremo a farcene una ragione.
    Buona giornata

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  2. @Shulypoo: mi piace esagerare e mi piace portare fino alla caricatura gli atteggiamenti di noi lesbiche che siamo – senza romanzare – abbastanza prive di autoironia.
    Però, che gli atteggiamenti posturali seduttivi e quelli aggressivi siano simili, è un dato di fatto. C’è una cosa di cui tener conto, le lesbiche passano gran parte della propria vita a proteggersi, sia fisicamente sia moralmente, da cose e persone. E’ una condizione fragile e difficile per molti aspetti. La supposta aggressività, la diffidenza, il ghetto, sono modi per restare nel mondo senza esserne massacrate o disconosciute.

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  3. si, ma vi rende difficili da conoscere anche per gente che non nutre nessun intento negativo o morboso o chissà che altro e non vorrebbe essere niente meno che amichevole.
    Non è una faticaccia assurda star sempre sulla difensiva? Ho sentito che fa venire anche le rughe!

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  4. Cara Elide (questo incipit mi riporta alla memoria un vecchio sketch di Simona Marchini che immagino tu non possa conoscere!),
    grazie, grazie di cuore.
    Hai ragione: dell’assenza di Luca da questo blog – come tu fiduciosa dici, sostenendo noi tutti – noi lettori, lentamente, mooolto lentamente, ce ne faremo una ragione!
    Unica consolazione, unico sostegno, “questo di tanta speme oggi mi resta”: sapere di potere contare sempre sul tuo subitaneo intervento; pronta a stoppare quanto non gradito (tieniti all’erta per il 13 aprile!).
    Sei un esempio per tutti noi, tu che da ben 9 (dico nove) lunghi e sofferti anni non scrivi più TVB. Grazie, con la fierezza e l’ardire della tua giovinezza, sei esempio per tutti noi. La conquista dell’emancipazione dagli acronimi restituisce, a noi agé, fiducia in un mondo migliore, popolato nel domani da voi, giovani leve.
    Parli di comments lunghi e noiosi, forse costruiti? Questo lo è, perchè la scrittura è, anche se tratta di carne viva, artificio. In questo – lo sostengo da anni – tua zia F[omissis] R[omissis] S[omissis] (perchè preferisco chiamarla con il suo nome piuttosto che trasporre su di lei quello della sua gatta, alla quale più volte ho aperto l’acqua del bidet, dietro esplicita richiesta) è maestra!
    @FRS: TOT (leggi: “ti odio tanto”), perchè sei stata capace di trascinare anche me, essere antidiluviano, fermo al pleistocene, nel mostruoso mondo delle odierne forme di comunicazione.

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  5. Sarà che lavoro troppo, anche nel week end, ma io non c’ho mica il tempo di rispondere pure agli avvocati… me ne farei uno pure io, ma sono ancora una precaria e non me lo posso permettere. Nel contempo posso dire che tutte queste attenzioni mi lusingano.
    Io però ho espresso un concetto molto semplice. Per me L. è una persona costruita che ostenta un’amicizia con Penelope (o F. R. S. o mia zia, che dir si voglia) che è più nelle parole che nei fatti. Inoltre posso affermare che è permaloso in maniera eccessiva a che Penelope (o F. R. S. o mia zia, che dir si voglia) non c’entra niente in questa cosa, è un MIO parere.
    Ho saputo che ci si lamenta per mancanza di democrazia in questo blog. Io ho espresso il mio parere senza insultare nessuno (anche se devo dire questo è costato qualche sforzo), come voi avete fatto con me. E’ la logica del web, ancor più dei blog, se volete ho qualche libro da consigliarvi in proposito.
    Vi prego di non pretendere una presa di posizione di Penelope (o F. R. S. o mia zia, che dir si voglia) su questa questione, il mio blog se volete è questo http://www.elideinviola.wordpress.com, anche perchè per quanto M. abbia aperto il bidet alla gatta tante volte , credo che comunque mia mia zia darebbe ragione a me, se non altro perchè è sangue del mio sangue.
    @ uno dei favolosi A.I.T.V.B.S.I.P.F.D.T Anche Io Ti Voglio Bene Sei Il Più Figo Di Tutti!!!!ahahah

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  6. … e su questo non ci piove (intendo sul bidet e sulle leggi dei legami di sangue…) però io il bidet a Penelope l’ho aperto e ho anche un trolley da lei consunto perchè eletto a grattatoio! Posso presentarlo come reperto e sottoporlo al test del Dna, all’occorrenza.
    @ Uno dei favolosi: sono veramente contento di averti strappato una sana risata: hai compreso, ovviamente, il senso del mio intervento.
    @ Elide: Hai ragione a sentrirti così lusingata.
    @ F.R.S.: TOT!

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