What’s next

Soundtrack: Nina Simone My babe just cares for me (and my babe it’s me!)

Domani assemblea sindacale.

Oggi colesterolo a 292.

Domani pomeriggio decidere se andare/restare/cambiare/aspettare/casa/lavoro/città.

Oggi pomeriggio inutili e reiterate rimostranze ed analisi della stronzaggine dell’Amministratore Unico.

Tempo perso.

Stasera piccolo break amichevole con coinquilina che soffre il freddo. A Roma. Stasera. Caruccia. Preparata pasta e zucca per seicentoquattordici persone.

Ieri sera battaglie campali con Rome Total War (sono la famiglia Giulia e ho fatto a pezzi i Britanni e pure i Cartaginesi e i Greci).

Domenica torna nipotazza per subito ripartire verso almeno 3 diverse destinazioni europee.

Un sacco di cosette in 24 ore.

Vorrei evitare, domani all’assemblea, di farmi salire la pressione oltre ogni ragionevole valore, ma sarà difficile.

Spaccamento di coglioni.

La frase di oggi:

“Sono andata via da Gomorra per finire a Sodoma”.

Forse glielo dico domani, all’ingegnere.

Da lunedì dieta salutistica anticolesterolica di questo cazzo.

Fino a domenica porcate a go go, del resto non ho finito né la scorta di semi di zucca né quella di vafer al cioccolato.

Se possedessi una bacchetta magica con tre desideri incorporati da esaudire cosa chiederei?

Non ne ho idea. Vorrei poter chiedere qualcosa in più degli stipendi di agosto e settembre, ma non mi viene in mente altro, per ora.

Ci penserò stanotte.

Detto Fatto

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Soundtrack: Liza Minnelli – Money Money

Appunto: espresse mie paure e riserve sulla possibilità di finire nuovamente culo per terra, nel giro di 6 ore mi arriva comunicazione amministrativa che, questo mese, non si sa se e quando ci pagheranno.

E io sono infognata 36 ore alla settimana in quel centro di merda.

Tant’è, vediamo cosa riesco ad apparare. Arrabbiarmi non ce la fo. Sarà un fatto karmico.

Un po’ di persone hanno amarcordato con me i tempi di Cappella Vecchia, mi aspettavo qualche intervento in più da parte di chi c’era e l’ha vissuta. Tant’è.

Stasera Tumbler in piccolo branco. Per poco, però, perché mi sveglio alle sei e mezza. Poi ho il corso: “il rapporto Terapista/Genitori/Paziente “, poi cena con le amichette della Sonica; insomma, qui ci rivediamo non prima di sabato.

Il piccolo branco di lesbiche al Tumbler, stasera, risente dell’avvento della primavera e ho sentito frasi che hanno uguali solo nei circoli del dopolavoro ferroviario. Siamo vergognose. Peraltro sedute sui trespoli, uso le civette sul comò, speranzose di far l’amore con la figlia del dottore.

Non tutte, però, ci sono anche civette che l’amore con la figlia del dottore già lo fanno e civette rilassate.

Allora vada per sabato al mattatoio, stavolta senza premio (per ovvi motivi appena esplicati), ma decideremo un punto di raccolta. Ho poche idee, mannaggia, non mi viene in mente una cosa sensata. E comunque è da coinvolgere anche Elide.

Mi impegnerò un po’ di più domani (seee).

Oggi è venuta F**, col suo pancino e la nuova espressione da adulta che le si è impressa sulla faccia in questi quattro mesi, le voglio un bene esagerato, mi manca e mi dispiace non poter vivere minuto per minuto il suo cambiamento.

Santa pazienza, ho come qualcosa sulla punta della lingua e non mi esce. Sono stanca e pure un po’ rincoglionita, I wonder why tanti flashback e ho una gran voglia di appoggiarmi sul pelo dell’acqua e lasciarmi portare senza muovere un dito. Ma anche no. E’ che non voglio arrivare da nessuna parte in particolare e non vedo perché sbattermi. E non so se è la cosa migliore o un modo per scansarmela. E mi scoccio di pensarci. Epperò ci penso. Eccheppalle. Vorrei ricordarmi come si fa a fare il vuoto mentale.

E godermi il panorama.